Qin Na
Il Qin Na (擒拿 afferrare e tenere) è un termine delle arti marziali cinesi che indica l'insieme di tecniche di presa e di controllo delle articolazioni, di colpi e di lussazioni. Lungo il corso dei secoli si sono sommate numerosissime tecniche: le leve articolari (拿骨 Nagu), le prese alla gola, le prese ai muscoli ed ai tendini (拿筋 Najin) e la pressione dei punti vitali (拿穴 Naxue) o Dianxue (点穴). Alcuni stili come l'Yingzhaoquan ed il Baguazhang sono particolarmente specializzati in queste tecniche. L'utilizzo dei Qinna da parte dei corpi di polizia e dell'esercito ha contribuito a farne oggi una disciplina indipendente. Particolarmente famoso per le sue conoscenze in questo campo fu il maestro Han Qingtang.
Nessuno può dirci esattamente quando il Qin Na fu usato per la prima volta. E' probabile che sia cominciato quando un uomo afferrò un altro uomo con l'intenzione di controllarlo. Afferrare gli arti dell'avversario è una delle maniere più semplici ed istintive per immobilizzarlo e controllarne le azioni. A causa della loro praticità, le tecniche di Qin Na sono state praticate a lungo all'interno di ogni pratica marziale. Benché non sia mai esistito alcun sistema in cui venisse praticato solo il Qin Na, quasi tutti gli stili lo hanno mescolato con le proprie tecniche.
Varie leggende fanno risalire un tipo di lotta chiamato Jiao Ti (o Go Ti) al 2000 a.C. Il Jiao Ti era una lotta basata su prese e proiezioni dell'avversario e, quindi, precursore del Qin Na e dello Shuai Jiao. I primi documenti attestanti l'esistenza del Qin Na provengono dal famoso monastero buddhista di Shaolin, che inizio ad occuparsi di arti marziali intorno al 527 d.C. Dato che molte tecniche di Qin Na risultavano efficaci, pur non essendo letali, i monaci, che avevano la necessità di difendere la loro proprietà senza andare contro il loro credo che rispetta ogni essere vivente, iniziarono ad effettuare ricerche e ad allenarsi in quest'arte.
Ulteriore evoluzione si ebbe durante la dinastia Ming (inizio 1600 d.C.), quando i governatori si accorsero che era un ottimo metodo per sottomettere i criminali, senza per questo ucciderli o ferirli. Fonti ufficialmente documentabili risalgono al 1600 circa, come si legge nei manoscritti dl periodo Tokugawa, quando nel Daymio di Owari, secondo l'uso giapponese del tempo, fu invitato a migliorare il Ju-Jitsu autoctono, un certo Chen Jian Pin, in seguito nipponizzato in Gempin. Egli era un vasaio cinese, considerato al tempo uno fra i maggiori esponenti di Qin Na, al quale senza dubbio si possono ascrivere la gran parte delle tecniche del Ju-Jitsu.
E' anche noto come il mitico Chang San Feng creò il suo Tai Ji Quan ispirandosi agli animali, ma dopo aver imparato dal monaco Koch Yin le tecniche del Qin Na.
Successivamente, il Qin Na, ormai considerato temibile ed efficace, pur se niente affatto spettacolare, entrò a far parte dell'addestramento della Milizia Imperiale e della polizia delle varie province. Il maestro considerato maggiore responsabile della diffusione del Qin Na è Tung Tsu Nee (1880-1971), il quale nei suoi insegnamenti codificò 72 tecniche base che possono essere usate per neutralizzare qualsiasi attacco a mani nude. Tung Tsu Nee, approfondì i suoi studi e le sue ricerche, portando il Qin Na ai massimi livelli, e suddividendolo in tre rami, poi sviluppati in Cinque Rami fondamentali.
Per la sua efficacia, il Qin Na, pur se considerato tra i dieci maggiori stili di Kung Fu Wu Shu, non venne divulgato fuori dalla Cina fino al 1911, ed anche allora la sua conoscenza fu riservata da parte delle potenze occidentali ai servizi particolari degli stati, quali Scotland Yard, F.B.I., C.IA., ...
La natura del Qin Na è eminentemente scientifica, pur se mantiene al suo interno quelle basi filosofiche e spirituali che contraddistinguono l'arte marziale dallo sport. E proprio per questa natura scientifica, la sua natura è estremamente flessibile, intendendo con ciò che le sue tecniche e le sue metodologie sono suscettibili di continui mutamenti nelle sue applicazioni.
Quando il Qin na, nel 1911, cessò di essere patrimonio esclusivo della Cina imperiale, i suoi metodi subirono delle variazioni, senza nulla togliere alla sua efficacia.
Il Qin Na è spesso considerato un sistema, in quanto studia uno degli aspetti del combattimento, ed in particolar modo quello dei bloccaggi e delle leve articolari. Come sistema è presente in quasi tutti gli stili cinesi, e anche se a prima vista alcune applicazioni possano apparire differenti tra loro, le teorie ed i principi delle applicazioni rimangono gli stessi. In particolare ciò che riveste grande importanza è la biomeccanica, cioè lo studio dei meccanismi che permettono il movimento del corpo umano, che si muove nello spazio grazie ad un sistema di leve. Il Qin Na è uno "stile scientifico", che affonda la sue radici storiche nella notte dei tempi, ma moderno nei suoi principi basati sulle leggi della fisica e della biomeccanica.
Uno studio approfondito del Qin Na porta a comprendere che non esiste una tecnica perfetta. Ciò che si deve fare dipende dall'avversario, ed applicare il proprio Qin Na alle circostanze. Per questo il Qin Na deve essere abile, vivo, veloce e potente. Inoltre l'arte di controllare un avversario richiede maggiori abilità che non il semplice colpirlo con calci e pugni. Ovviamente un buon praticante di Qin Na dovrà studiare bene tutte e quattro le distanze del combattimento (kicking, boxing, trapping, grappling) e studiare quindi le possibilità di applicare Qin Na in ognuna di queste.
Sostanzialmente le tecniche di Qin'na Fa si possono dividere in:
Passive: tutte le tecniche che servono per liberarsi da un avversario che ci afferra o ci immobilizza.
Attive: tutte le tecniche che eseguiamo contro o su di un avversario, con combinazioni e schemi che cambiano a secondo dell'avversario e della situazione di ostilita' che ci troviamo a affrontare.
Successivamente possiamo catalogare le varie tecniche in base al tipo di intervento effettuato sull'avversario:
Fen Jin (dividere le fasce muscolari): questo metodo puo' comprendere l'iperestensione, il distaccamento e anche la lacerazione delle fasce muscolari dell'avversario.
Tuo Gu (rompere ossa e articolazioni): questo metodo comprende le tecniche piu' usate negli stili di Wushu-Kungfu, applicazione di leve articolari al fine di immobilizzare l'avversario e romperne le articolazioni. Queste tecniche hanno influenzato notevolmente le arti marziali giapponesi come il Judo, il Jujitsu e l'Aikido.
Zhua Jin (afferrare i tendini): rappresenta una delle caratteristiche peculiari del Qin'na, ovvero la pressione delle dita su muscoli e tendini che avviene durate la presa di una parte del corpo dell'avversario.
Bi Qi (interrompere il respiro): Queste tecniche vanno ad agire sulle funzioni respiratorie agendo direttamente sulla gola o sulla muscolatura che influisce sulla respirazione.
Dian Xue (toccare la cavita'): Queste sono le tecniche piu' sofisticate e pericolose in quanto agiscono direttamente sulla circolazione energetica dell'avversario.
Xue sono le cavità dell'agopuntura, circa 800, distribuite lungo gli otto vasi e i dodici canali energetici del corpo umano (teoria dei meridiani energetici dell'agopuntura). L'ultimo ramo studia l'alterazione della circolazione energetica dell'avversario e la provocazione di dolore tramite pressione o percussione di alcune cavita'.
Gli ultimi due rami del Qin Na sono meglio conosciuti con il nome di DIM MAK. Ulteriori modifiche sono state apportate negli anni e dalle varie scuole, alla studio dei cinque rami, ma tutte caratterizzate dall'approfondito studio dell'anatomia umana e della circolazione di Qi.